Le campagne ministeriali

L’analisi delle campagne informative

di Paola Vannutelli

La prima campagna ministeriale sull’AIDS è costituita da due spot, commissionati all’Agenzia Armando Testa, ed è stata trasmessa nel 1988.
L’ambigua nudità dei protagonisti dello spot potrebbe risultare fuorviante per spiegare i comportamenti non a rischio, quali mangiare e bere insieme a persone HIV+.

Hiv/Aids Campagna Ministeriale 1988
Hiv/Aids Campagna Ministeriale 1988

La voce fuoricampo argomenta il tema della trasmissione sessuale con prerogative quali:

- una “normale vita di coppia” consigliando (senza indugio) di evitare rapporti occasionali con persone sconosciute, semmai cercando almeno di proteggersi col profilattico (come ultima spiaggia) senza attenzione alcuna di fornire nello spot informazioni corrette sull’efficacia dell’uso preventivo del condom. È di tutta evidenza l’inutilità (in modo particolare della parte testuale) di tale messaggio, in particolare verso i giovani e giovanissimi, che esordendo alla vita sessuale esperiscono di norma più rapporti, rispetto ai quali la centralità del messaggio sarebbe dovuta essere l’importanza decisiva del profilattico;

-normalità di alcuni vs stigma di altri: la monogamia sembra essere il comportamento preventivo privilegiato;

-quando si parla della trasmissione ematica del virus, tramite scambio di siringhe, il video mostra i due protagonisti nudi veicolando un messaggio fuorviante che sovrappone comportamenti diversi per vie di trasmissione diverse e descrivono situazioni distanti dalla realtà;

Nel 1990 viene trasmesso il secondo spot della campagna: un vero capolavoro. È lo spot dell’alone viola cioè tutto e il contrario di tutto: la malattia c’è ma non si vede mentre lo spot fa vedere e riconoscere quelli che si infettano

Campagna Ministeriale Aids 1988 - spot 2
Hiv/Aids Campagna Ministeriale 1988 - spot 2

Il messaggio risulta essere fortemente allarmistico: “pensiamoci prima di avere rapporti sessuali occasionali con persone diverse” (appare chiaro che i rapporti occasionali si hanno generalmente con persone diverse, quindi occasionali) ma l’incongruità sta nell’affermare che in quei casi si debba usare il condom per “ridurre il rischio”, senza mai esplicitare come si trasmette il virus con il sesso e quanto efficace è il condom se usato correttamente.

La seconda campagna ministeriale, realizzata nel 1990, “è incentrata sulla necessità di promuovere una consapevolezza maggiore sui problemi connessi con la diffusione della malattia”; lo spot è curato dall’agenzia Publicis FCB/MAC.
La scelta ammonitiva cade sulla droga: il video mostra una siringa con il sangue e lo stesso plasma scrive la parola AIDS.

Hiv/Aids Campagna Ministeriale 1990
Hiv/Aids Campagna Ministeriale 1990

Anche la scelta di produrre opuscoli dedicati ad alcune categorie (tossicodipendenti, giovani, militari e detenuti) rischia, per determinati gruppi di popolazione, di divenire target di stereotipi. Va inoltre evidenziata la drammaticità nelle atmosfere degli spot proposti.

La terza campagna del 1991 persegue nelle intenzioni gli obiettivi della sensibilizzazione, della responsabilizzazione e della solidarietà. “A seconda dei settori di intervento individuati, vi è un consistente impegno a realizzare nuovi materiali informativi, da diffondere attraverso diversi canali, come ad esempio i locali di ritrovo, gli ambulatori medici, le riviste per ragazzi e femminili, gli impianti sportivi”. Gli spot sono indirizzati a promuovere il numero verde aids: obiettivo della campagna, infatti, è quello di sensibilizzare la popolazione generale sull’importanza di effettuare il test HIV e di chiedere un parere esperto in tutti i casi di sospetto contagio: “se hai dubbi fai il test dell’aids”.

Hiv/Aids spot 1-Ministero Salute 1991
Hiv/Aids spot 1-Ministero Salute 1991
Hiv/Aids spot 2 - Ministero Salute 1991
Hiv/Aids spot 2 - Ministero Salute 1991

Nel 1991 scompare ogni messaggio informativo sulle vie di trasmissione e sul condom in Italia: l’unico obiettivo è promuovere il test. Sempre nell’ambito della terza campagna nazionale di prevenzione (1991-’92), il Ministero della Sanità fa ricorso ad un noto cartoon particolarmente amato dai giovanissimi Lupo Alberto per la realizzazione di un opuscolo pensato per essere distribuito nelle scuole. L’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Rosa Russo Jervolino, purtroppo ritenendo che l’opuscolo contenesse immagini e testi troppo espliciti, prima ne sospende e poi ne vieta definitivamente la distribuzione all’interno delle scuole.

La quarta campagna, promossa tra il 1992-1993,utilizza molto materiale della terza e si caratterizza soprattutto per gli interventi di educazione e informazione promossi direttamente nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel mondo dello sport, nelle discoteche e in altri centri di aggregazione giovanile (Aloisi, 1998), per le persone straniere”.

Nell’agosto del 1995 parte la quinta campagna AIDS con interventi rivolti a donne, giovani, studenti e detenuti ricorrendo a videomessaggi con testimonial provenienti dal mondo dello spettacolo ingaggiati per diffondere messaggi del tipo: “l’aids non guarda in faccio nessuno” e “fermare l’aids: umanamente possibile”. Al termine degli spot c’è la promozione del numero verde AIDS. Si tratta di messaggi edulcorati, mancano ancora una volta informazioni esplicite sulle vie di trasmissione, mancano informazioni sul profilattico, nessuna informazione sulla epidemiologia del virus, la popolazione non viene informata che ancora non c’è una terapia farmacologica efficace e che siamo in presenza di molti decessi, i videoclip continuano ad essere realizzati in bianco e nero, non c’è mai una situazione di vita reale, non viene veicolato alcun messaggio di solidarietà alle persone HIV+. Il profilattico è citato da tutti i testimonial ma non si vede mai.

Hiv/Aids spot Ministero Salute 1995
Hiv/Aids spot Ministero Salute 1995

Finalmente la sesta campagna informativa sull’AIDS, datata 1998-1999 di concentra sui concetti di responsabilità, solidarietà verso i malati e riduzione del rischio (Cordone e Frati, 2002). Si promuovono l’utilizzo del profilattico, il ricorso al test HIV, il numero verde AIDS. La campagna è caratterizzata dallo slogan: “AIDS, abbiamo intenzione di sconfiggerlo”.

Hiv/Aids spot Ministero Salute 2000
Hiv/Aids spot Ministero Salute 2000

A partire dal 23 giugno 1999 è stata trasmessa dalle reti Rai e Mediaset la minifiction “Gli amici di Sara” di G. Cuccino si tratta di una minifiction in otto puntate su cinque giovani che abitano nello stesso appartamento, tutti coinvolti, volenti o nolenti, con il problema dell’Aids.

Storie d’amore, d’amicizie, di scoperte e di presa di coscienza dove, piuttosto che parlare d’inesistenti gruppi a rischio, sono affrontati i temi della prevenzione, del test HIV, delle pratiche a rischio e della solidarietà con le persone sieropositive. Il progetto nasce dall’idea di parlare di Aids attraverso una forma di comunicazione nuova, non istituzionale e capace di sensibilizzare il pubblico, proponendo un mondo affettivo nel quale riconoscersi e dove l’Aids sia condiviso e affrontato, anche se non necessariamente vissuto in prima persona. La miniserie ideata dalla Saatchi&Saatchi e dalla Lux Vide nell’ambito della campagna informativo - educativa sull’Aids 1999 promossa dal Ministero della Sanità, condivide con quest’ultima il richiamo alla responsabilità e alla consapevolezza come arma principale di prevenzione. I protagonisti delle storie degli Amici di Sara, infatti, sono ragazzi che vivono e condividono con grande senso di responsabilità la loro libertà: discutono, si aiutano, si confrontano su scelte e opinioni. (Fonte: http://www.cinemarte.it )

Il Centro Operativo AIDS (COA) del Ministero della Salute organizza nell’estate 2002 diverse iniziative di lotta all’AIDS : tre messaggi apparsi su manifesti e locandine riguardano la prevenzione: “Un casco per uno e questo per due”; “Farlo senza costa caro. Troppo caro.”; “Che aspetti a metterlo? Che sia firmato Nike?”. Elemento centrale della campagna informativa è il condom, disegnato nei manifesti ma regolarmente epurato nei testi”.



La settima campagna ministeriale inizia nel 2002 e finisce nel febbraio del 2004. Si compone di tre spot con testimonial famosi: Michelle Huntzinker, Gabriel Batistuta e Renato Pozzetto

Hiv/Aids spot Ministero Salute 2002
Hiv/Aids spot Ministero Salute 2002

Il profilattico è solo accennato con una timida allusione suggerita dal gesto della Huntzinker di infilarsi un cappello. L’acronimo A.I.D.S. ricorrente in tutta la campagna è così esplicitato: “Avete Idea Della Sofferenza?”. L’Aids non è più considerato una malattia mortale, ma una patologia cronica e invalidante.

Proprio per questo motivo si registra in quegli anni un forte calo dell’attenzione nei confronti del problema ma comunque il messaggio continua a essere poco marcato, privo d’informazioni utili”: si limita a evocare la sofferenza connessa alla malattia senza registrare il generalizzato abbassamento della guardia. Gli slogan “La prevenzione: il modo più grande di amare” e “L’amore per noi stessi è il primo che ci protegge dall’Aids” non bastano per incoraggiare, motivare e normalizzare l’uso del profilattico.
Nel 2006 inizia l’ottava campagna ministeriale:

Hiv/Aids Ministero Salute 2006
Hiv/Aids Ministero Salute 2006

Negli spot compaiono una serie di lemmi corredati da immagini di ombrelli, lucchetti, cuori e fiori. Nessun riferimento al profilattico, metaforicamente insinuato dal lucchetto disegnato sulla “o” della parola amore. La campagna rivolta alla popolazione sessualmente attiva utilizza slogan inibiti, messaggi timidi poco efficaci in un periodo in cui aumenta rapidamente il numero delle persone che s’infettano per via sessuale.

La nona campagna ministeriale del 2008 ha come slogan: “Rispetta la vita, rispetta te stesso e gli altri, usa il preservativo, nell’amore non rischiare” e finalmente si parla di condom e di rispetto.

HIv/Aids spot Ministero Salute 2008
HIv/Aids spot Ministero Salute 2008

Gli Assalti Frontali partecipano alla campagna d’informazione con il loro brano hip hop: “Quando sei lì per lì”.

Nel 2009 la decima campagna ministeriale sceglie come motto: “Aids: la sua forza finisce dove comincia la tua. Fai il test!”. Il video vede come testimonial l’attore Valerio Mastandrea ed è girato da Ferzan Ozpetek.

Hiv/Aids Campagna ministeriale 2009
Hiv/Aids Campagna ministeriale 2009

Il target della campagna è la fascia di popolazione cosiddetta “inconsapevole”, cioè coloro che non essendosi sottoposti al test ignorano la propria sieropositività, infettano gli altri attraverso i rapporti sessuali e ricevono una diagnosi tardiva della malattia.
L’undicesima campagna informativa del 2013 vede come testimonial Raul Bova, unico protagonista vestito al centro della scena, mentre intorno ci sono gli altri: corpi nudi coperti da un gigantesco ribbon rosso (fiocco rosso simbolo della solidarietà alle persone HIV+). Lo slogan è: “Uniti contro l’aids si vince

Hiv/Aids Campagna Ministeriale 2012/2013
Hiv/Aids Campagna Ministeriale 2012/2013

Singoli e coppie di diverso orientamento sessuale intrattengono il pubblico sul rispetto della vita, sull’importanza di essere in tanti a combattere il virus, sulla centralità del test HIV e del preservativo: il tutto in uno scenario in bianco e nero e con una colonna sonora mesta.

Sembra di poter dire che si sia persa l’ennesima occasione per informare, motivare far comprendere; nel resto del mondo e nei canali non ufficiali della comunicazione
si parla di Aids a colori, si chiamano le cose con il loro nome e sono rappresentate situazioni di vita vera; i messaggi raggiungono target diversi, si parla un linguaggio attuale e verosimile, si fa prevenzione primaria che, se raggiunge anche le persone coinvolte cioè le persone HIV+, non le offende e non fa venire voglia a costoro di nascondersi.

Torna su