di Paola Vannutelli
Il corredo iconografico della Giornata Mondiale di Lotta all’Aids. Come mostrato nella gallery sottostante, gli articoli datati 1 dicembre (o dei giorni limitrofi) che si riferiscono alla Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS contengono per lo più testi con il parere di medici e scienziati e sono corredati da immagini macroscopiche del virus, istantanee di medici infettivologi, immagini di campagne d’informazione ministeriali, fotografie di maratone musicali per raccolta fondi e rappresentazioni grafiche con dati epidemiologici.
Nei telegiornali, il 1 dicembre viene celebrato con servizi che affrontano temi relativi ad aspetti medici e approfondimenti sui dati epidemiologici. Le sequenze dal 2005 si orientano abitualmente verso due tipologie: alcune illustrano le novità nella cura e nella diffusione del virus (inquadrano marche e nomi di farmaci anti retrovirali, mandano in onda video di Stati coinvolti come Russia, Ucraina, Giamaica e India, mostrano persone che fanno il test); altre volte, troppe, includono costanti immagini di bambini africani, foto o immagini stilizzate del fiocco della solidarietà, inquadrature di corpi di uomini e donne senza riprenderne i volti, di donne con il velo, di persone che mai si distinguono per intero o, al contrario , interviste con il volto in primo piano.
L’informazione che racconta l’informazione. Un peculiare aspetto della comunicazione giornalistica, della stampa e dei Tg, è quella di costruire servizi centrati sulle forme e i contenuti degli spot italiani e stranieri per la Prevenzione dell’AIDS: l’informazione che racconta l’informazione.In tale ambito è significativo un esempio di forte critica sulla sceneggiatura di uno spot straniero, particolarmente controverso; il servizio del TG2 della RAI informa sulla forte critica espressa da ampi settori dell’opinione pubblica in merito a uno spot tedesco dal titolo “L’Aids è un serial killer…difenditi”: in tale video si assiste a un rapporto sessuale di una coppia, dove a un certo punto viene svelata l’identità del partner maschile che si rivela essere Hitler. Il portatore del virus è in questo caso paragonato al peggiore criminale della storia dell’umanità.
Quando i giornali affrontano la comunicazione istituzionale sul tema dell’AIDS a volte viene raccontato il back stage degli spot ministeriali dando notizie sulla scelta dei testimonial, sulla presenza o meno del condom nei video ed in generale sullo stile del messaggio preventivo.
Il mondo Africa . Qualsiasi sia la dimensione (cura, prevenzione, diffusione, ecc..) trattata dai media sull’AIDS, le immagini che corredano le notizie, nella maggioranza dei casi, rappresentano l’Africa: volti di adulti e bambini, paesaggi e interni di luoghi di cura. L’eccessivo richiamo alla pandemia del virus in Africa, spesso non bilanciato da una corretta informazione di ciò che accade nel resto del mondo, rischia di celare i dati reali sulla diffusione del virus, naturalmente non relegato al solo continente africano. Bisognerebbe, inoltre, esaminare attentamente la diffusione della malattia nel resto del mondo per far comprendere appieno la gravità della questione africana.
Come descritto, il più delle volte l’approfondimento dei servizi sull’AIDS è incentrato sulla gravissima situazione del continente africano, ma con molta meno frequenza si parla del resto del mondo. Sebbene ridotti nel numero, i reportage sulla diffusione del virus in altre parti del globo fanno emergere dati altrettanto allarmanti da quelli che provengono dall’Africa sia per la dimensione del fenomeno, in determinate aree geografiche, che per lo stato di emarginazione e discriminazione che vivono le persone colpite dalla malattia. Tantissima Africa, quindi, nei servizi televisivi. in particolare Etiopia, Sud Africa, Mozambico e Zimbabwe: vengono mostrate baraccopoli dove come nel caso del Sud Africa vengono illustrati scenari apocalittici dove 1 abitante su 3 risulta malato di Aids. È da rilevare che solo in un servizio sull’Africa si nomina e si inquadra il condom femminile FEMIDOM (unico strumento di prevenzione che resiste a temperature estreme).
Immagini Glamour. Un aspetto con diverse sfaccettature è il richiamo giornalistico al mondo dello spettacolo: personaggi famosi che partecipano ad iniziative per raccolta fondi; spettacoli ( teatrali, cinematografici e fiction) sul tema dell’AIDS; celebrazione di personaggi famosi deceduti associati alla malattia, perché malati o attivisti.
Forte risonanza viene conferita agli eventi glamour a alle immagini del mondo dell’eleganza e della moda impegnato nella beneficenza; nei servizi si esprime uno straordinario elogio per tutte le star che prestano la loro immagine alla causa della lotta all’AIDS. Numerosissimi i personaggi del mondo dello spettacolo come anche dei protagonisti della scena politica estera e di Capi di Stato.
Guarda il video : Tg 3 del 1/12/2009 Le star contro l’aids
Guarda il video : Tg 3 del 22/05/2009 Bill e Sharon contro l’aids
I precedenti servizi illustrano raccolte di fondi per associazioni americane ed europee con la partecipazione di vip del mondo del cinema, dello spettacolo e della musica (Carla Bruni, Elthon John, Sharone Stone, Annie Lennox…).
In Italia tali iniziative sono organizzate per finanziare le attività di associazioni che si occupano di ricerca, cura, assistenza, ecc.. in particolare l’Anlaids e la Comunità di Sant’Egidio.
Decine di servizi sono stati mandati in onda dopo la morte del giornalista Mino Damato in memoria del suo impegno per i bambini HIV positivi.
L’immagine, la cronca e gli scandali . Sono numerosi gli articoli e i servizi su fatti di cronaca che svelano la condizione sierologica dei protagonisti: a volte il reato commesso è relativo alla malattia in questione come nei casi di contagio intenzionale; altre volte, l’informazione circa la sieropositività dei soggetti coinvolti, compare arbitrariamente, pur non avendo alcuna rilevanza sul fatto di cronaca o sul reato commesso. In quest’ultimo caso, la pubblicazione e la divulgazione di informazioni sullo stato di positività del soggetto configurano una autentica forma di denigrazione. Periodicamente si assiste alla riproposizione da parte dei media di notizie e servizi su storie legate al sesso inseriti in scenari che prevedono feste trasgressive: l’elemento della colpa viene enfatizzato in tali narrazioni, dove aleggia il pericolo di contagio spesso voluto dall’untore/untrice. Molto articolate sono le ricostruzioni di scandali sanitari in Italia e all’estero circa il contagio tramite sangue infetto o emoderivati. Per l’Italia, eclatante è stato il caso di Duilio Poggiolini, indagato per il reato di epidemia colposa e dichiarato colpevole con una sentenza di “delitto di epidemia per l’immissione in circolazione di emoderivati infetti”. Di grande rilevanza internazionale è stata la questione libica relativa al caso della condanna a morte, tramutata in ergastolo nel 2007, delle infermiere bulgare accusate dal governo di Gheddafi di aver infettato circa 400 bambini libici.
Guarda il video : TG 3 del 22/05/2009 Strauss Kahn a rischio aids
Guarda il video : TG 3 del 17/02/2010 Confessò l’eutanasia, star BBc in manette
A titolo esemplificativo un elenco del tenore raggiunto da alcuni casi di cronaca riportati dalla stampa e dalla televisione:
-Malato di Aids scarcerato compie nuova rapina;
-Spacciatore accusato di aver trasmesso aids a diverse donne prostitute a Torino;
-Un figlio di Nelson Mandela muore nel 2005 di Aids;
-Milano vigile urbano spara, ferito rapinatore malato di Aids;
-Scomparsa in Valle D’Aosta di una ragazza di origine coreana che temeva di aver contratto il virus;
-Matrimonio celebrato in un campo Rom tra una minorenne e un uomo adulto HIV positivo: la sposa bambina.
tg2 13 febbraio 2009 - la sposa bambina
Storie Vere. Interessante l’indagine giornalistica sulla narrazione delle storie delle persone coinvolte attraverso interviste approfondite. Nelle coinvolgenti interviste, a volte non viene inquadrato il volto della persona HIV positiva che è posta di schiena, in altre invece il testimone è a viso scoperto (come è accaduto in alcune interviste a persone HIV positive di colore o tossicodipendenti). Un esempio invece di storia personale italiana è andata in onda nella trasmissione i dieci comandamenti, su rai3 nel 2013
Le scoperte scientifiche. I contenuti scientifici sono espressi da esperti illustri (e sempre i medesimi) che nelle interviste descrivono la situazione epidemiologica, farmacologica e sullo stato dell’arte della cura. Non sempre l’informazione di alcuni servizi è corretta ed esaustiva: ricorrenti i casi di servizi approssimativi e sostanzialmente errati, che includono un sonoro di definizioni vecchie e, si spera superate, come “morbo del secolo” e slogan mai rinnovati del tenore “non abbassare la guardia”. Vengono lanciati servizi su scoperte scientifiche e prassi mediche spesso non confortate da evidenze scientifiche. A titolo esemplificativo ed illustrativo del tenore dei servizi in merito, di seguito un elenco di quanto prodotto dalla stampa e dalla televisione:
-scoperta di nuovi vaccini (in realtà ancora non applicati in medicina);
-divulgazione di dati epidemiologici;
-interviste a luminari italiani ( Dottor Ippolito, Dottor Vella, Dottor Rezza, Geraci, ecc.);
-giornata mondiale di Lotta all’Aids: epidemilogia;
-interviste al Ministro della Salute Fazio;
-intervista all’infettivologo Geraci, che informa sul fatto che ci sono “ meno infezioni tra tossicodipendenti” e che “l’età di infezione aumenta tra popolazione adulta”;
-Intervista al Prof. Ferdinando Aiuti che annuncia la scoperta del genoma del virus Aids;
-Notizia tanto clamorosa quanto errata in merito ad un presunto vaccino miracoloso proveniente dalla Thailandia, in verità solo in corso di sperimentazione (riduce solo del 30% il contagio) ad oggi con nessuna diffusione sul mercato;
-Notizia in merito al lavoro della Dott.ssa Ensoli e del Dott. Geraci teso alla ricerca di un vaccino, di cui si cercano i fondi.
L’Informazione televisiva in merito alle posizioni della chiesa cattolica e in particolare del santo padreLa comunicazione televisiva e della stampa, in merito alle posizioni della Chiesa, di norma, si concentra sulle dichiarazioni del Responsabile della sala stampa Padre Lombardi che commenta le posizioni espresse da Benedetto XVI circa l’uso del condom e “l’esercizio disordinato della sessualità”, o direttamente sulle affermazioni del Papa. Le parole di Papa Benedetto XVI che giustificano l’uso del condom solo tra chi (uomini e donne) eserciti la prostituzione, in quanto tale uso si può considerare l’inizio di un percorso morale e che definiscono il profilattico come “inutile e dannoso” provocano reazioni a livello planetario riportate in decine di servizi. Sempre il Papa Benedetto XVI accosta due temi apparentemente assai distanti come l’uso del profilattico e il destino dell’embrione umano.