Rosarno sotto assedio degli immigrati clandestini

Il collegamento in diretta con la cittadina calabrese

di Raffaella Cosentino

Possiamo ritrovare anche in televisione il tipo di “impaginazione” visto in alcuni quotidiani che associa la violenza al vittimismo. Si passa dallo scontro ‘fisico’ delle immagini sul campo, allo scontro politico fra maggioranza di governo e opposizione. Vediamo ad esempio un collegamento in diretta del tg2 delle 18.30 dell’8 gennaio 20101 con la cittadina calabrese, che il conduttore lancia in questo modo: Rosarno, in Calabria, tensione con gli immigrati che lavorano in zona, molti clandestini. In diretta il nostro Francesco Vitale. Francesco tutto bene?

“Dalla parte” dei rosarnesi. Il giornalista fa uno stand up davanti al municipio di Rosarno, in mezzo a una folla di gente del luogo. Questo “posizionamento” trasmette l’idea di raccontare “dalla parte” dei rosarnesi. Sullo sfondo si vede un cartello che inneggia alla liberazione di Andrea Fortugno. Evidentemente il giornalista non sa, come non sanno gli spettatori perché nessuno li ha informati di questo, che si tratta del giovane arrestato e condannato l’anno precedente per una rapina a danno di alcuni braccianti africani.
Parte poi il servizio realizzato dallo stesso inviato, che inizia con un lungo campo largo in cui si vede una strada della cittadina con due cassonetti rovesciati in mezzo e si vedono passare centinaia di africani che camminano e dicono qualcosa che non si sente all’indirizzo della telecamera.Poi si vede un cartello in primo piano su una saracinesca abbassata con la scritta: chiuso per paura. Segue un altro cartello uguale al primo. Poi un vetro rotto da una pietra. Mezzi e uomini dei carabinieri in assetto antisommossa.

Interviste solo alle vittime italiane. Il giornalista intervista in un salotto Antonella Bruzzese, vittima di un’aggressione da parte degli africani. Uno zoom sul volto dell’intervistata sottolinea il cerotto sulla fronte dal lato sinistro. Come immagini di copertura vengono usate inquadrature delle forze dell’ordine e della macchina della donna, capovolta e circondata da copertoni.
La carcassa dell’automobile, così come si vede nelle immagini, è diventata parte integrante di una barricata artigianale messa in piedi dai rosarnesi, già sul piede di guerra. Ma questo non viene spiegato.

Un banale bisogno fisiologico sarebbe alla base della guerriglia che ormai da 24 ore vede la cittadina di Rosarno, messa a ferro e a fuoco da migliaia di extracomunitari che si sono scontrati con le forze dell’ordine e con gli abitanti della cittadina della piana di Gioia Tauro – dice l’inviato su queste immagini - Un bisogno fatto davanti all’abitazione di un rosarnese ha provocato la reazione di quest’ultimo che ha esploso alcuni colpi con un fucile a piombini, ferendo due extracomunitari. Da quel momento in poi si è scatenato l’inferno che è andato avanti ancora stamattina con scene di vera e propria rivolta. Anche noi siamo stati fatti oggetto di una fitta sassaiola. (dal Tg2 8 gennaio 2010 ore 18.30)

Questa spiegazione banalizzata dell’episodio di fuoco che ha dato origine alla rivolta non trova prove a sostegno ed è una delle leggende metropolitane messe in circolazione nelle ore di caos, ma ancora una volta assistiamo a un tentativo di rovesciare sulle vittime degli spari la responsabilità, quasi un “se la sono cercata perché sono incivili”.
Parte il servizio seguente : Guerriglia a Rosarno, esplode la protesta degli immigrati

Le immagini sono molto simili a quelle dei servizi precedenti, in alcuni casi addirittura uguali a quelle appena passate nel collegamento in diretta dell’inviato (i cassonetti rovesciati e centinaia di africani che passano). Si vedono un uomo in borghese e due poliziotti con i caschi trascinano per la strada un africano. Blindati di polizia e luci blu di notte. Un africano si solleva la manica del giubbotto e mostra una medicazione al braccio sinistro. Cassette della frutta vuote buttate a terra per strada. Africani ‘contenuti’ da poliziotti in assetto antisommossa. Schieramento di carabinieri e militari con caschi e scudi presidiano la strada anche di giorno. Si chiude con una sirena della polizia.

tg2 dell’8 gennaio 2010 ore 18.30

Dallo scontro fisico allo scontro politico. Sul facsimile dell’edizione precedente del telegiornale, il conduttore riprende la linea dallo studio per lanciare un servizio di commento sullo scontro politico su sicurezza e immigrazione:

In Calabria c’è stata troppa tolleranza verso i clandestini, commenta il ministro dell’Interno Maroni, suscitando reazioni polemiche nel centro sinistra….
Vediamo quindi che ancora una volta la narrazione si concentra sull’inspiegabile violenza degli ‘extracomunitari’ associata alla follia e su un punto di vista che crea uno scontro visivo e verbale fra “bianchi” e “neri”, ma con un netto sbilanciamento in favore dei primi.
Anche quando viene data notizia della ‘caccia all’uomo’ e dell’avvenuta ‘gambizzazione’ di due braccianti africani, evidentemente colpiti perché neri, questa informazione viene data alla fine e passa in secondo piano rispetto al racconto dei cassonetti rovesciati e delle vetrine rotte o delle aggressioni compiute dai cosiddetti “extracomunitari”. Inoltre nel secondo servizio si sottolinea che l’anno prima i migranti erano stati colpiti con “piombo vero” mentre ora sono stati fucilati “a pallini” e feriti “in modo leggerissimo”.

In realtà è opportuno rilevare che si è trattato di pallini da caccia che lasciano ferite profonde, aprendosi in mille frammenti all’interno del corpo similmente a una piccola bomba a grappolo, come spiegato qui dal chirurgo dell’ospedale di Gioia Tauro che ha curato i numerosi africani feriti: http://old.terrelibere.org/3933-rosarno-la-caccia-al-nero-con-i-fucili-a-pallini

 

 

1 Per questioni legate alla concessione dei diritti Rai, siamo in attesa di poter pubblicare il video, ndr

 

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