di Raffaella Cosentino
La forza dell’icona. Sui media italiani gli sbarchi costituiscono la narrazione prevalente sulle migrazioni tout court, anche per la potenza scenografica delle immagini. Gli sbarchi non sono un’emergenza ma una costante. I flussi migratori misti via mare sono:
-Un fenomeno strutturale nel Mediterraneo.
-Imprevedibili a livello quantitativo. Sarebbe dunque meglio astenersi anche da previsioni sui numeri degli arrivi perché non mostrano alcun andamento chiaro.
-Non sono segreti. Chi si imbarca e chi gestisce il traffico non si aspettava di riuscire a mantenere il segreto sull’attraversamento del tratto di mare. Anzi, è documentato che almeno una delle tecniche usate dai trafficanti preveda proprio l’intercettazione da parte delle autorità marittime del paese di approdo.
-Sono soggetti a fasi di improvvisa accelerazione in seguito a cambiamenti del contesto geopolitico. Ad esempio la crisi albanese e quella kosovara negli anni ’90, la primavera araba e la guerra in Libia nel 2011, l’acuirsi della guerra civile in Siria nel 2014.
Una sovrarappresentazione. Dal 1998 al 2013 628.457 migranti sono arrivati in Europa via mare in maniera irregolare, per un totale di circa 40mila persone l’anno (il dato si ottiene incrociando le cifre fornite dai ministeri degli Interni e da Frontex per Italia, Spagna, Grecia e Malta). Si tratta di numeri trascurabili se paragonati al milione e mezzo di immigrati che viene ammesso ogni anno nei paesi dell’Unione europea.
Secondo il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), circa il 90% delle persone che richiedono protezione internazionale sono entrate in Europa in modo irregolare. “Questi migranti non hanno altre alternative che tentare il pericoloso viaggio del mare per ottenere la protezione di cui hanno bisogno: sono rifugiati che scappano da guerre, violenze e persecuzioni” scrive il Cir.
La probabilità di morte durante la traversata è notevolmente aumentata. Inferiore al 10% fino al 2001, a partire dal 2007 ha superato il 30% (30 morti ogni mille persone che partono), rendendo la rotta marittima verso l’Europa la più pericolosa al mondo, nonostante la creazione dell’agenzia europea Frontex nel 2005. Tale incremento è stato attribuito anche alla maggiore sorveglianza da parte degli Stati membri che ha reso le rotte più lunghe e pericolose.
Sar è un acronimo di “ricerca e soccorso” oppure “ricerca e salvataggio”, dall’inglese “Search and Rescue”, con il quale si intendono le operazioni di soccorso effettuate con mezzi navali o aerei, ad esempio dopo la segnalazione di un naufragio o di una barca in avaria per le avverse condizioni meteomarine. “Mare Nostrum” è stata una grande operazione Sar.