di Raffaella Cosentino
Sono troppi anche a scuola. Nella scaletta del Tg1 delle 20 dell’8 gennaio 2010(1),dopo il degrado dei ghetti e l’invasione degli stranieri dal mare, vediamo subito dopo i figli di immigrati che riempiono le aule scolastiche. Per il modo in cui viene data la notizia sulle quote a scuola per gli alunni nati in Italia da genitori immigrati, questa notizia non è un voltare pagina, ma una prosecuzione sul filone della sicurezza che spinge l’audience a un pensiero del tipo: Sono troppi anche a scuola
Obiettivo di questo servizio è mostrare cosa sta facendo il governo per evitare le concentrazioni di iscrizioni degli alunni stranieri. Non dovrà superare il tetto del 30% la presenza dei ragazzi stranieri nelle aule- si sente dire- Questo, afferma il ministro dell’Istruzione Gelmini, servirà a favorire l’integrazione ed evitare la formazione di classi ghetto…
Per il ministro Gelmini quello degli stranieri nelle classi è un problema didattico, non certo di razzismo…
Plaude la Lega: con troppi stranieri si formano solo classi ghetto.(dal tg1 delle 20 dell’8 gennaio 2010)
Quindi, in termini linguistici, l’espressione di una parte politica, dello stesso partito che guida il Viminale, “le classi ghetto” viene riproposta come un dato di fatto. L’associazione fra questa locuzione e le immagini viste nei due servizi precedenti sui ghetti e il degrado è potente, supera le barriere della razionalità. Questo servizio riprende l’iconografia standard sulla presenza di alunni di diversa nazionalità nelle scuole italiane. Vale a dire che si alternano riprese esterne delle scuole e interne delle aule con gli insegnanti e le classi, con inquadrature che mostrano elementi “stranieri” visibili fra i banchi, cioè ragazzi o bambini dai tratti somatici ben distinguibili, neri o asiatici/cinesi. I bambini stranieri romeni piuttosto che albanesi, per fare un esempio, o anche marocchini, non sono così diversi dagli italiani. Quindi le immagini si soffermano sulle altre nazionalità. A questo si associano, come sempre, immagini del ministro e zoomate a inquadrare le bandiere italiana ed europea sulla facciata della scuola. A livello visivo si crea una contrapposizione fra questi studenti con nazionalità non italiana a causa della legge sulla cittadinanza, ma spesso nati e cresciuti in Italia, e un qualcosa che rappresenta l’italianità a scuola, in questo caso la bandiera.
Il messaggio che passa inevitabilmente non è quello di inclusione di più culture sotto un’unica bandiera, ma al contrario di esclusione dall’italianità per gli alunni che avranno delle quote a parte a scuola.
L’intervista seguente rafforza l’idea dell’esclusione.
“La cittadinanza facile è incompatibile con la sicurezza dei cittadini perché vorrebbe dire mettere una potente calamita in grado di attrarre milioni di immigrati che noi non possiamo accogliere”. Sono queste affermazioni del leghista Roberto Cota a proseguire il discorso sull’immigrazione all’interno del telegiornale. La questione della cittadinanza è ciò che riguarda strettamente la vita dei cosiddetti “bambini stranieri” che il telespettatore ha visto inquadrati nel servizio precedente. Ma la scritta in sovraimpressione dice: Cota su clandestini e regionali. Cota risponde a una domanda che mette insieme Rosarno, gli sbarchi e la cittadinanza, come riassunto in poche righe dei temi della giornata.
Presidente Cota, dopo i fatti in Calabria, Maroni dice colpa dell’eccesso di tolleranza verso l’immigrazione clandestina. Nella maggioranza c’è chi spinge per la cittadinanza facile. Come si conciliano queste due posizioni? (dal tg1 delle 20 dell’8 gennaio 2010)
In poche battute arriva al telespettatore, senza tesi contrarie, che anche la cittadinanza è un problema di sicurezza e in questo è collegata alla rivolta di Rosarno e agli sbarchi. E’ evidente l’assoluto nonsense di questo passaggio in termini di aderenza alla realtà, mentre è perfettamente inserito come commento rafforzativo all’interno del discorso securitario sull’immigrazione attuato dal telegiornale di RaiUno.
Dopo l’intervista sulle elezioni regionali, si parla della condanna agli stupratori di Guidonia.
Qui il telegiornale mette in fila due servizi su stupri commessi da stranieri.
(Vedi anche Caffarella )
1Per questioni legate alla concessione dei diritti Rai, siamo in attesa di poter pubblicare il video,ndr