Tg e sicurezza

L’immigrazione in tv. In onda Tutti i crimini degli immigrati

di Raffaella Cosentino

L’effetto “domino” in tv. In questa parte ci concentriamo sul racconto televisivo.

Estratto dal tg 1 ore 20 dell’ 8 gennaio 2010

Dopo aver analizzato il racconto della rivolta di Rosarno in tutte le sue sfumature, usiamo ora quello specifico episodio come grimaldello per indagare il modo in cui viene declinato nei telegiornali il tema della sicurezza.
L’evento di ribellione, percepito come ‘violento’, fa diventare l’immigrazione il tema principale delle scalette dei telegiornali. Diventa terreno di scontro politico e la tendenza è quella di sottolineare “tutti i crimini degli immigrati”, in modo duplice: da un lato si diffondono prevalentemente fatti di cronaca in cui gli stranieri sono autori di reati, sottolineando l’elemento della nazionalità; dall’altro si tende a leggere tutte le notizie riguardanti l’immigrazione in chiave securitaria. Sul primo punto è bene sottolineare che la Carta di Roma, il codice deontologico di riferimento su questi temi per i giornalisti, chiede di essere cauti nella diffusione dell’elemento della nazionalità nei casi di cronaca e di non inserire questo dettaglio nei titoli, quando questo non sia strettamente necessario alla comprensione della notizia, secondo la regola dell’essenzialità dell’informazione.Questa indicazione arriva dopo i numerosissimi casi di reati in cui, indicando in maniera forte la nazionalità dell’autore o delle vittime, si è giunti a stigmatizzare intere comunità di stranieri, immigrati, Rom e Sinti. Per una spiegazione più dettagliata rimandiamo al sito di Parlare Civile. La presenza di un fatto eclatante e con immagini di grande impatto come la rivolta di Rosarno, interpretata da tutti i telegiornali nazionali del servizio pubblico sottolineando visivamente solo la violenza degli “extracomunitari” e dei “clandestini”, fa balzare l’immigrazione al centro del dibattito politico. Siamo a pochi mesi dal pacchetto sicurezza del 2009 e si è già discusso molto in ambito pubblico del cosiddetto “reato di clandestinità”. Questo fa si che nei giorni della rivolta, l’immigrazione diventi non solo il primo argomento per importanza nelle scalette dei Tg Rai, ma anche quello più trattato. Bisogna però sottolineare la cornice in cui vengono date le informazioni. Infatti, l’immaginario che si costruisce attorno all’immigrazione italiana è totalmente negativo.

Un’informazione sbilanciata in negativo. Gli esempi che seguono ci mostrano che si tratta di un’informazione sbilanciata sui reati commessi da cittadini stranieri: stupri, traffico di esseri umani, aggressioni e violenze. In generale il tutto viene commentato dall’autorità governativa con la famosa frase del ministro Maroni “c’è stata troppa tolleranza con i clandestini” che, sebbene sia riferita al caso Rosarno, per la sua collocazione nell’ambito delle scalette dei telegiornali di fatto è il collante delle tante notizie di cronaca che hanno per protagonisti stranieri autori di reati. Questo genera una certa confusione che porta a considerare tutti gli immigrati come clandestini e rende sinonime due parole che non lo sono affatto. I servizi presentano solitamente una costruzione delle immagini che incute timore e le parole rafforzano questo tipo di effetto:

Non accenna a placarsi il caos seguito alla protesta degli extracomunitari che hanno devastato il paese. Belve di Guidonia 16 anni di carcere. E’ una pena esemplare, finalmente giustizia è stata fatta. Serve più rigore, dice Gasparri, perché l’immigrazione clandestina è causa di degrado, sfruttamento e disordini. Dopo la guerriglia urbana rivediamo quelle immagini, quelle immagini girate con il buio. La violenta reazione degli extracomunitari(dal tg1 delle 20 dell’8 gennaio 2010)


La diversa notiziabilità quando gli stranieri sono autori o vittime di reato.
In un caso di cronaca in cui due bambini senegalesi sono stati investiti sulle strisce pedonali, si tende invece a non accanirsi con l’investitore, che immaginiamo essere italiano perché non se ne dice la nazionalità, e al contrario viene sottolineata la nazionalità delle vittime:

Il ragazzo di 29 anni che la guidava non andava forte. Nessuna frenata, dice di non averli visti per niente, complice forse la pioggia battente. (dal Tg2 8 gennaio 2010 ore 13)

Ma cosa sarebbe successo mediaticamente se, al contrario, un senegalese avesse investito sulle strisce pedonali e ridotto in fin di vita due bambini italiani? Sicuramente la scaletta dei Tg sarebbe stata diversa, la notizia avrebbe avuto molto più risalto, più spazio, sarebbe stata raccontata in modo più aggressivo e avrebbe avuto una collocazione tra le prime notizie del telegiornale. Questo episodio fa vedere la diversa notiziabilità dei fatti in cui gli stranieri sono autori o vittime di reati. Questo è uno dei meccanismi chiave con cui si crea l’immaginario collettivo sull’immigrazione. L’altro, che abbiamo potuto riscontrare visionando i telegiornali, è che le notizie di cronaca sono praticamente le sole attraverso cui si informa sull’immigrazione in televisione.

Immigrazione e cronaca nera. Quindi se la rivolta di Rosarno porta l’immigrazione a essere il tema dominante, il modo in cui vengono date le notizie è tutto nell’ottica della sicurezza. Con l’effetto che perfino quando si parla dei bambini figli di immigrati a scuola, ma spesso nati in Italia, il fenomeno si connota di un ché di minaccioso, da arginare per legge. Non viene data nessuna notizia in chiave positiva e quindi nessuna immagine positiva, per controbilanciare un racconto dell’immigrazione fatto passando solo per rivolte, stupri e traffici. In questa scheda ci interessiamo più a fondo di come l’informazione televisiva costruisce l’immaginario collettivo sugli immigrati.

 

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